Davvero in pochi avrebbero pensato che, un giorno, l’analisi del DNA delle feci dei cani sarebbe diventato uno strumento contro chi sporca. Purtroppo, soprattutto nelle grandi città, il senso civico delle persone lascia ancora molto a desiderare. Nonostante le zone dedicate, la distribuzione di sacchetti gratuita e le campagne di sensibilizzazione, anche nel nostro paese il problema degli escrementi in strada è ancora molto serio.
Tanti padroni irresponsabili, purtroppo, continuano a disinteressarsi delle feci del proprio animale domestico. Ma davvero l’uso di un test del DNA può essere una soluzione valida, anche in Italia? Vediamo assieme di approfondire l’argomento in questo articolo.
Un problema di carattere sanitario
Quando si cammina in strada e si è costretti a evitare gli escrementi maleodoranti di un cane, l’aspetto estetico è sicuramente il minore dei mali. La maleducazione di alcuni proprietari riguarda, infatti, un serio problema di igiene pubblica.
Dovete tenere presente che, in media, una defecazione di un cane di medie dimensioni contiene circa 3 miliardi di batteri fecali. Ciò si deve alla struttura dell’organismo di questi animali. Rispetto agli esseri umani e altri animali, i cani possiedono un intestino progettato per digerire qualsiasi cosa. Per permettere ciò, il corpo produce un maggior numero di microrganismi.
Più volte, in questo senso, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha avvertito circa le possibili zoonosi innescate dal contatto con gli escrementi dei cani. In adulti e bambini, infatti, potrebbero causare vari disturbi, come mal di testa, vomito, febbre e persino disturbi ai reni.
Cos’è il test del DNA delle feci dei cani e come funziona?
A differenza di quanto si possa pensare, realizzare un’analisi del DNA di un cane è un’operazione molto semplice. Per prelevare un campione dal vostro animale domestico, infatti, basterà strofinare un tampone apposito all’interno della bocca del cane. I proprietari, però, non potranno effettuare tale operazione direttamente. Sarà infatti un incaricato statale a raccogliere il campione e presentarlo per completare la registrazione.
Una volta creata la base dati con i valori del DNA, che andranno inseriti nell’archivio già aperto con l’applicazione del microchip, sarà possibile rintracciare rapidamente il cane collegato al padrone “maleducato”. Quando gli escrementi vengono trovati in strada o su un altro suolo pubblico, viene raccolto un campione e comparato con tutti i DNA registrati. Una volta stabilita la corrispondenza tra feci e cani, viene direttamente emessa la multa. Ovviamente aggravata da tutte le spese del caso.
Secondo alcune stime, circa il 40% dei proprietari di cani non si preoccupa di raccogliere gli escrementi lasciati dal proprio cane.
La situazione in Italia e in altri paesi
In città come Tel Aviv, Israele, i proprietari dei cani devono recarsi presso la clinica veterinaria per effettuare l’analisi del DNA. Discorso analogo per quanto riguarda Londra e le città spagnole di Madrid, Barcellona e Tarragona.
Nel nostro paese, il Comune di Malnate, in provincia di Varese, ha lanciato questa iniziativa in modo perentorio, obbligando chi possiede un cane a “mettersi in regola” prima della fine dell’anno. Altri progetti sono partiti in città come Livorno e Trieste. Persino a Napoli si è fatto un tentativo nel quartiere benestante del Vomero, ma il problema dell’eccessivo costo per la raccolta e controllo del DNA delle feci dei cani ha, di fatto, obbligato il Comune a desistere dall’iniziativa.
I costi dei test del DNA per smascherare chi sporca
Purtroppo, però, anche se questo metodo contro chi sporca sembrerebbe molto efficace, i costi per sostenerlo sono davvero importanti. Spesso insostenibili per realtà comunali già in difficoltà. Bisogna considerare che per poter realizzare un progetto simile, gli enti pubblici dovrebbero coprire un gran numero di spese.
A partire dal personale che deve prelevare il campione genetico dai cani, più chi deve occuparsi di raccogliere eventuali “campioni” di feci lasciate in strada. Senza scordare i costosissimi test del DNA che il Comune dovrà far realizzare da un laboratorio esterno. Considerate queste spese, non certo irrisorie, non sembra che questa sia una soluzione fattibile, almeno per un paese come l’Italia…
Vantaggi del test del DNA sugli escrementi dei cani
Anche se, come avete visto, questo tipo di contromisura rappresenterebbe una spesa abbastanza consistente per i Comuni italiani, senza dubbio i vantaggi di tale operazione sarebbero più che concreti. Vediamoli assieme:
Strade più pulite: oltre a mantenere marciapiedi e parchi più puliti, si evita la trasmissione di possibili malattie, fermando sul nascere eventuali contagi anche tra gli stessi cani. Come si sa, infatti, esistono patologie anche gravi che possono essere trasmesse proprio dal contatto con le feci.
Maggior senso civico: grazie al controllo realizzato attraverso il test del DNA, evidentemente tutti i proprietari dovranno fare maggiore attenzione alle feci del proprio amico a quattro zampe. Il deterrente rappresentato da una possibile multa aiuterà a sviluppare una maggiore consapevolezza.
Controllo sanitario e mappatura genetica: grazie alla mappatura del DNA dei cani presenti in una città, sarà possibile studiare e riconoscere le malattie genetiche dei cani, il loro pedigree, identificare i cani sprovvisti di microchip e individuare quelli randagi. Senza scordare l’importanza di costruire un accurato registro statistico sanitario della popolazione canina.
Entrate per l’erario: non va sottovalutata la possibilità, per gli enti statali, di raccogliere fondi aggiuntivi che potrebbero essere riutilizzati per pagare le spese relative alla pulizia o anche alla gestione e controllo della base dati genetica dei cani.
Fonte: I miei animali.it